
Sono giorni di febbrile agitazione nei
palazzi della diplomazia internazionale.
E’ in gioco una questione centrale nello
scacchiere politico internazionale: l’ingresso
della Turchia in Europa.
Non parliamo di una questione di poco
conto, non ci riferiamo ad aspetti e procedure
esclusivamente formali che dovranno guidare
il paese medio orientale nel processo
di adesione. Parliamo purtroppo di una
realta' definitiva ed irreversibile nonostante
le farneticazioni di numerose nomenklature
europee.
Qualora il 3 di Ottobre i 25 diranno si
all’avvio dei negoziati, la nostra Europa
sara' annientata sotto il peso di 80 milioni
di turchi che potrebbero esser definiti
in ogni modo tranne che europei, sia per
cultura che per principi di sviluppo economico
politico.
Il silenzio che avvolge i mezzi di comunicazione
e' sconcertante. L’assenza di dibattiti,
di coinvolgimento popolare, di consultazioni
democratiche e preoccupante perché disegna
una realta' gravissima pronta a calare
su di noi cittadini europei contro la
nostra volonta'.
In questi ultimi mesi si sono inoltre
verificati eventi che non solo mettono
in dubbio la possibilita' di un ingresso
in Europa della Turchia ma che a rigor
di logica e di buon senso dovrebbero provocare
l’indignazione e la fiera reazione di
tutto il popolo Europeo.
Il
17 Dicembre 2004 la Turchia si e' impegnata
a siglare un accordo che ha rinviato al
3 ottobre 2005 l’avvio delle procedure
di adesione, cio' a causa della sua riluttanza
nel riconoscere la Repubblica di Cipro,
Stato membro dell’Unione a partire dal
maggio 2004.
Cipro, invasa nel luglio ed agosto 1974
dalla Turchia, in barba ad ogni tregua
e sanzione del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite, e' tuttora occupata
illegalmente nella zona di nord est da
40.000 soldati turchi. Da quando e' stata
proclamata la cosiddetta repubblica di
Cipro Nord, riconosciuta unilateralmente
soltanto dalla Turchia, la situazione
della Repubblica Cipriota non e' cambiata.
Piuttosto la permanenza di truppe turche,
nonché l’installazione nella zona occupata
di strumentazioni militari in dotazione
alla NATO (di cui la Turchia e' membro),
la colonizzazione della zona occupata
da parte di cittadini turchi provenienti
dal sud est del paese, le continue violazione
delle risoluzioni ONU e della Corte Europea
dei Diritti Umani e di altre direttive
internazionali, non hanno destato l’indignazione
di nessuno, né all’interno delle pubbliche
opinioni, né all’interno delle nazioni
piu autorevoli a livello internazionale.
Oggi
Cipro, divisa ancora da un muro indegno
nella sua capitale Nicosia, ed ancora
violata dagli occupanti del suo suolo
che hanno violato e continuano a violare
ogni direttiva internazionale, si vede
minacciata dalla Turchia che non vuole
riconoscerne il suo status di entita'
riconosciuta dal diritto internazionale.
In una dichiarazione recente il primo
ministro turco Recep Taypp Erdogan ha
avuto anche l’ardire di definire l’ingresso
della Repubblica Cipriota in Europa “un
grande errore per gli europei”. Una affermazione
che meriterebbe solo una risposta: “ma
da che pulpito viene la predica!”. Non
sara' certo il primo ministro turco ad
indicare gli errori ed i vantaggi dell’Europa,
proprio lui che ha recentemente negato
a Papa Benedetto la possibilita' di recarsi
in visita al Fanari, dal Patriarca Ecumenico
di Costantinopoli.
Il Patriarca infatti si vede da tempo
negare il diritto ad essere definito Ecumenico,
giacche' i Turchi non accettano che possa
risiedere nel loro “laico” paese il Capo
Spirituale dell’Ortodossia. Anzi tutti
devono sapere che per essere eletto il
Patriarca non solo deve essere di nazionalita'
turca ma deve essere scelto in base ad
una lista sottoposta alle autorita' turche.
Inoltre l’Ortodossia non ha diritto ad
avere un Seminario in Turchia, le e' vietata
l’educazione cristiana dei preti!
Questa tollerantissima Turchia avrebbe
dovuto riconoscere Cipro entro il 3 ottobre
di questo anno, ma non l’ha fatto. Anzi,
ha presentato una dichiarazione il 29
luglio nella quale si affretta a precisare
che la ratifica degli accordi commerciali
con i 25 paesi dell’Unione non corrisponde
al riconoscimento di Cipro e che la Turchia
non riconoscera' mai la Repubblica di
Cipro.
La risposta dell’Unione Europea pubblicata
il 22 Settembre e' netta: la Turchia dovra'
riconoscere Cipro entro il 2006.
Ma la nazione cipriota e' minacciata da
piu' parti perché numerosi sono gli interessi
di chi vuole la Turchia in Europa. E si
teme che le nazioni europee piu' influenti
possano cambiare le carte in tavola e
spianare la strada alla corsa europea
dell’ “alleato” turco.
Cipro
e' la nazione europea piu' tormentata
del secolo. Nessuna nazione europea si
e' vista sottrarre meta' del suo territorio
da un popolo invasore e terrorista. Durante
l’invasione del 1974 morirono migliaia
di ciprioti e centinaia di migliaia di
ciprioti furono costretti ad abbandonare
la parte piu' bella della loro isola.
Migliaia di chiese distrutte o trasformate
in cantine, icone violate, bellezze artistiche
cancellate dalla furia dei barbari. A
Cipro i “laici e tolleranti” turchi usarono
persino il napalm contro la popolazione
indifesa e tuttora non si ha notizia di
1587 ciprioti prigionieri dei turchi,
scomparsi in un giorno dell’estate 1974:
http://www.missing-cy.org/home.html
http://www.mit.edu/~petros/cy_body.html
Nel 1996 i due cugini Isaac Tassos e Solomos
Solomou sono stati uccisi il primo dalla
folla inferocita turcocipriota aiutata
dalla polizia, il secondo dal Ministro
dell’Agricoltura dello pseudostato di
Cipro Nord. Le loro colpe? La volonta'
di una patria libera! Uccisi sotto gli
occhi dei caschi blu ONU e delle telecamere
sono stati dimenticati dal mondo mentre
nessuno ha ancora pagato per la loro morte.
I drammatici e violenti fotogrammi sono
disponibili al seguente indirizzo:
http://www.hri.org/Cyprus/Cyprus_Problem/bikers/
Anzi in una intervista al settimanale
tedesco AKTUEL l’assassino del secondo
lo pseudoministro Kenan Akin ha affermato:
“perché considerate cosi importante l’uccisione
di un cane?”. Ed in una recente intervista
al quotidiano greco Kathimerini ha affermato:
“non ho sparato io ma avrei voluto farlo,
quel ragazzo era un agente della Chiesa
Ortodossa”.
Oggi dobbiamo manifestare la nostra opposizione
alla Turchia in Europa, una Turchia che
oblitera i suoi crimini e cancella le
sue colpe, ignorando i piu' banali principi
del diritto internazionale.
Per questo serve il vostro aiuto.
Francesco
Colafemmina
23 Settembre 2005
Per
sostenere la Repubblica di Cipro
e manifestare la nostra amicizia
al presidente Tassos Papadopoulos
ed al popolo cipriota che non e'
un popolo di serie B, ma e' un popolo
che ha innaffiato la terra col sangue
dei suoi martiri cristiani, possiamo
inviare una mail in inglese al presidente
al seguente indirizzo:
grafio.proedrou@cytanet.com.cy
Testo del messaggio in greco:
Kyrie Proedre,
sas ypostirizo sthn maxi sas gia
mia Kypro elefteri kai sevasth sto
plaisio ths diethnous kinotitas
giati kai ego den thelo h Tourkia
sthn Evropi xoris thn ANAGNORISI
THS KYPROY. Kai Sas efcharisto gia
tis prospaties sas gia mia Evropi
enomenh sto pnevma ths eleftherias
kai tou christianismou.
Traduzione:
Sig. Presidente,
vi sostengo nella vostra battaglia
per una Cipro libera e rispettata
nell’ambito della comunita' internazionale
perché anch’io non voglio la Turchia
in Europa senza il RICONOSCIMENTO
DI CIPRO. E Vi ringrazio per i vostri
sforzi per una Europea unita nello
spirito della liberta e del cristianesimo.
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