Nel
suo discorso in occasione dell’incontro
conviviale con i Parlamentari Europei
Greci l’Arcivescovo di Atene e di
tutta la Grecia, Christodoulos ha voluto
ricordare con pacata fermezza quelle che
sono le vere priorità di un'Europa
in preda ad una profonda crisi d'identità.
Cominciando il suo discorso l’Arcivescovo
ha precisato: "Tutti comprendiamo
che ci siamo allontanati di molto dallo
spirito dei Padri Fondatori dell’Unione,
e non è affatto evidente che la
guida politica continua a seguire un cammino
che guidi realmente all’unione dell’Europa.
E vi prego di vedere in questa mia considerazione
inquietudine, forse paura, ma in alcun
modo l’esercizio di una critica
politica". Proseguendo ha poi
aggiunto: "Sapete che la Chiesa
desidera il compimento dell’unione
europea. Ma la Chiesa considera una prospettiva
catastrofica la trasformazione dell’Unione
Europea in una semplice realtà
economica, perché in questa prospettiva
l’Europa diverrà luogo di
una feroce concorrenza".
Segnalando una delle più concrete
problematiche delle dirigenze politiche
europee Christodoulos ha poi richiamato
l’attenzione su questa realtà
economica europea: "Le comunità
non sono imprese. Allorché si è
verificato uno sforzo per sottometterle
alla logica delle imprese abbiamo avuto
come conseguenza la culminazione dell’ingiustizia.
E quando si moltiplica l’ingiustizia
nessuno è innocente del sangue".
In particolare Christodoulos ha poi centrato
l’intero suo discorso sull’ingresso
della Turchia nell’Unione: "Sfortunatamente
comunque, mentre ancora si trovava in
evoluzione lo sforzo di approvazione della
Costituzione, è diventata visibile
la sottomissione della politica europea
a criteri geopolitica estranei al fondamento
sociale e spirituale dell’Europa.
Con l’approvazione sin dall’inizio
dell’ingresso della Turchia, abbiamo
avuto la più chiara marginalizzazione
dei criteri comunitari e culturali dell’Unione.
[…] Con l’approvazione dell’ingresso
della Turchia, è apparso ai popoli
che la politica europea non può
far incidere una percezione geopolitica
che possa servire al futuro dell’Europa,
ma si sottomette ad estranee percezioni
geopolitiche, ad interessi nazionali ed
occasionali, o egemonici, alieni ed opposti
alla comunità ed alla spiritualità
europea".
Christodulos ha posto quindi l’accento
sulla differenza di vedute tra la Chiesa
ed il Governo greco in merito all’ingresso
della Turchia in Europa: "Caratteristica
è la differenza di espressione
tra la Chiesa e la guida politica sul
tema dell’ingresso della Turchia.
La guida politica della nostra nazione,
richiama gli interessi della Grecia nello
spiegare il caldeggiamento politico delle
prospettive europee per la Turchia. La
nostra Chiesa guarda al tema in un altro
modo: non si sfugge al male, creandone
uno molto più grande che ti aspetta
domani. Ed un male molto più grande
è la soppressione della consapevolezza
europea, un male molto più grande,
che saranno i Greci a pagare a più
caro prezzo, è quello di cadere
in un’Europa – crogiuolo,
estraniandosi irreparabilmente dal trittico
fondamentale della nostra civiltà:
fede cristiana, educazione classica e
stato di diritto. Non c’è
dubbio che tutte le guide che caldeggiano
l’ingresso della Turchia, abbiano
delle loro spiegazioni. Faccio qui notare
che la storia, la psicologia e la teologia
concordano su questo: non c’è
peccato senza la sua plausibile spiegazione.
Ricorderete che Eva diede immediata spiegazione
del gesto di Adamo e Adamo con la stessa
semplicità spiegò a Dio
la sua scelta. Ma vedete che con queste
spiegazioni ci siamo trovati fuori dal
Paradiso. Spero dunque che non si arrivi
al punto da dover assicurare che il mondo
europeo è perduto, solo perché
le guide europee avevano le loro convincenti
spiegazioni".
L’Arcivescovo ha quindi aggiunto:
"Bisogna che coloro che si divertono
a segnare il futuro dei popoli sulla carta,
vedano che gli Europei non sono disposti
a rinunciare a ciò che li unisce,
non vogliono assistere al funerale della
loro stessa identità".
Concludendo Christodoulos ha accennato
ai preparativi del viaggio che compirà
a Roma per incontrare Benedetto XVI ed
ha brindato alla salute ed all’onore
di quanti si adoperano per la realizzazione
di una autentica visione europea.
Francesco
Colafemmina
3 Marzo 2006
