La signora Rice, capo della diplomazia
statunitense, ha visitato la scorsa settimana
il Ministro degli Esteri Greco Dora Bakogiannis,
nonché il Primo Ministro Kostas
Karamanlis.
“Nulla di nuovo dagli Stati Uniti”
hanno commentato fonti governative cipriote,
sì perché tema principale
degli incontri è stata la questione
Cipriota.
Gli Stati Uniti non possedendo una storia
millenaria, né tantomeno essendo
stati invasi dai Turchi non riescono a
proiettarsi nella dimensione della realtà
cipriota, ma continuano a perseguire i
loro interessi diplomatici che passano
inesorabilmente attraverso i nostri sacrifici
e le nostre sottomissioni.
Senza peccare di vacuo antiamericanismo
possiamo soltanto notare che gli interessi
degli Stati Uniti passano attraverso strade
fortemente avversate dal popolo Greco
e Cipriota, strade ostacolate da secoli
di storia, da realtà operanti nella
contemporaneità, ostacolate dallo
stato d’animo del popolo greco silente
ed ignorato dai burattinai delle diplomazie.
In particolare possiamo riassumerle in
4 punti:
1. Tentativo di unificazione della Repubblica
Cipriota, riconosciuta da tutto il mondo
civile, con lo Pseudostato, riconosciuto
solo dalla Turchia, invaso ed ancora occupato
da più di 40.000 soldati turchi;
2. Caldeggiamento dell’ingresso
della Turchia nell’Unione Europea,
dunque snaturamento dell’idea stessa
d’Europa e tradimento dei popoli
europei, a fronte di cospicui interessi
economici e strategici statunitensi forse,
ma sicuramente non europei e per nulla
greci;
3. Distorsione della realtà attuale
in termini di adempimenti europei della
Turchia: la Turchia aveva promesso nel
2004 di riconoscere Cipro ma non l’ha
ancora fatto ed anzi ha promesso di non
volerlo fare mai; la Turchia perpetra
l’orribile crimine del negazionismo
del genocidio armeno; la Turchia viola
quotidianamente dalle 30 alle 40 volte,
lo spazio aereo greco (FIR Athinon) ed
i canoni di volo internazionali, con aerei
da guerra il più delle volte armati;
4. Tentativo di Costrizione della comunità
internazionale al riconoscimento della
Pseudo “Repubblica di Macedonia”,
attualmente FYROM (Former Yugoslavian
Republic Of Macedonia).
In particolare quest’ultimo punto
è gravissimo ed inaudito. Tutti
sappiamo che il buon Alessandro Magno
era Greco, parlava la lingua Greca ed
adorava gli Dei dell’Olimpo. Sappiamo
che Alessandro non era Slavo! Eppure se
ci risvegliassimo anche noi italiani con
una Albania che improvvisamente decidesse
di chiamarsi Puglia cosa faremmo? Accetteremmo
forse questo capriccio, questa realtà
assurda, antistorica e paradossale? Purtroppo
questo succede in Grecia, nella Nazione
che è culla della Civiltà
Europea, questo succede sotto i nostri
occhi e senza che alcuno levi la voce
per denunciare il vile mercato della storia
e della civiltà che si svolge nelle
sale della diplomazia internazionale.
Nessuno purtroppo sembra avere consapevolezza
che queste pretese della stizzita signora
Rice non sono negoziabili da parte della
Grecia e di Cipro. Che una Nazione non
può decidere di chiamarsi con il
nome di una gloriosa terra di Eroi, né
che impunito debba restare uno Stato invasore
che continua ad occupare il suolo europeo
Cipriota.
Il tentativo di consolidare i rapporti
con la Turchia in vista del probabile
attacco all’Iran ha indotto la diplomazia
Statunitense a pretendere con inusitata
spavalderia il contrario di ciò
che il popolo Cipriota ha deliberato nel
maggio del 2004… il contrario di
ciò che l’Unione Europea
ha chiesto alla Turchia nel dicembre del
2004 e nell’ottobre del 2005.
A tutto ciò si assommano gli squallidi
tentativi di far accettare al popolo greco
culture e simboli che, seppur rispettati,
non sono desiderati in una terra che se
ne è liberata dopo 400 anni di
schiavitù, ignota agli altri paesi
europei. Ultima notizia quella della Moschea
dell’Attica che sarà realizzata
con finanziamenti Statali. Una follia
inaudita dato che in Turchia e a Cipro,
ma anche in Kossovo e nel Fyrom le Chiese
sanno solo demolirle e dissacrarle. Inaudita
visto che si nega il diritto del Patriarca
Ecumenico a definirsi ecumenico e via
dicendo.
Come inaudito è lo sforzo da parte
di grandi network televisivi greci guidati
da spregiudicati affaristi, abbiano potuto
montare una altrettanto squallida campagna
di propaganda della turco-ellinofilia
attraverso un serial in lingua turca.
E che dire poi dei misteri ancora irrisolti
delle lunghe orecchie dell’Ericsson
puntate sui principali esponenti del Governo
e dello Stato Greco? O degli scandali
imbastiti a partire dal marzo 2005 da
chissà chi nel tentativo di sconvolgere
la Chiesa Greca, di degradarla agli occhi
dei fedeli i una nazione fortemente cristiana?
Ma cosa vorranno dalla nostra amata Grecia
queste forze disgreganti e distruttive
che tentano di impossessarsi della sua
ricchezza storica, culturale e spirituale,
che tentano di distruggere la sua forte
e convinta identità?
E soprattutto, sino a che punto arriverà
il paradosso e l’evidente incoerenza
ed illogicità delle diplomazie
internazionali (…e del Segretario
di Stato USA)?
Francesco
Colafemmina
4 Maggio 2006
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