Oltre il default? C'è la Grecia della cultura e della conoscenza

Il secondo, figlio del grande grecista Filippo Maria Pontani senior, insegna Filologia Classica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Oltre a vari contributi di filologia greca, latina e bizantina (da Saffo a Callimaco, da Simonide a Catullo al Pascoli latino), ha prodotto un’edizione degli epigrammi greci di Angelo Poliziano (Roma 2002) e si è occupato della tradizione esegetica greca all’Odissea di Omero, di cui sta pubblicando gli scoli (voll. I-II, Roma 2007-2010). Ha tradotto dal neogreco opere di I. Roidis, N. Vaghenàs, K. Kariotakis; nel 2010 ha curato con Nicola Crocetti il Meridiano Poeti greci del Novecento.
Padrone di casa l'ambasciatore Themistocle Demiris, che ha messo l'accento sul fatto che "gli autori non devono produrre per esigenze di mercato ma per esigenze di creazione". Ma cosa ha legato ieri Grecia e Italia che, oggi, potrebbe essere nuova linfa culturale in un momento così difficile per Atene? Proprio la complessa contingenza potrebbe rappresentare benzina ideale per far germogliare nuove proposte così, come ha ricordato Pontani, fu la dittatura dei Colonnelli, quando quella fu l'occasione politica che consentì, ad esempio, "a Pasolini di firmare la prefazione di una raccolta di poesia di Panagoulis: oggi purtroppo tutto ciò avviene con estrema difficoltà".
Poesia e Grecia sono un binomio sempre più forte ha rammentato Crocetti, l'Ellade infatti è il Paese che ama di più la poesia assieme a Irlanda e Polonia. Un elemento che, assieme alla consapevolezza che Italia e Grecia detengono nelle loro mani l'85% dei tesori di arte e letteratura del pianeta, non fa altro che aumentare esponenzialmente il rimpianto per quanto poco i due Paesi facciano per la cultura. Il petrolio del terzo millennio, fino ad oggi trattato "come uno straccio, tanto da Atene quanto da Roma".
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