Crisi Grecia: referendum, scelto il momento meno opportuno

Voglio solo esprimere una semplice considerazione da filelleno per affermare che, senza voler esprimere bocciature o promozioni di natura politica nei confronti di nessuno, il governo di Atene ha scelto il momento peggiorare per far precipitare la situazione. Sinceramente non comprendo perché si sia voluto far degenerare lo scontro con i creditori proprio ora che siamo nel pieno della stagione turistica. Non si poteva affrontare qualche mese prima il problema, in modo da arrivare a fine giugno con una situazione perlomeno definita, in un senso o nell’altro?
La nostra Grecia rischia di gettare al vento una occasione più unica che rara di segnare una stagione turistica da record. La stagione estiva 2015 poteva essere piena di soddisfazioni per la Repubblica Ellenica, con una situazione internazionale che ha praticamente tolto dal mercato parecchie destinazioni rivali, in primis Egitto e Tunisia. Come avevamo affermato parecchi operatori turistici, la Grecia era rimasta come la sola meta vendibile nel corto raggio per vari mercati, fra cui quello italiano, poiché la terra ellenica non presentava i rischi per la sicurezza che condizionano in modo pesante le altre destinazioni del Mediterraneo e del Mar Rosso.
Con queste prospettive, tutti si aspettavano che la Grecia avrebbe accolto milioni di visitatori attratti dalle innumerevoli bellezze della Repubblica Ellenica, che ha pochi rivali al mondo quanto a patrimonio storico, artistico e naturale.
Il turismo è una fonte di reddito di inestimabile valore il bilancio dello Stato Ellenico, perciò meritava una tutela speciale che, invece, non ha avuto. E questa è una colpa grave, di cui si rischia di pagare un prezzo salato. Forse la stagione turistica andrà ugualmente bene e quindi i timori comparsi in questi giorni si dissolveranno. Tuttavia, mi sento di dire che il governo greco doveva in ogni modo evitare di generare dubbi e timori nei potenziali turisti in un momento di alta stagione.
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